Inversione contabile
L’inversione contabile, o “reverse charge” è un meccanismo fiscale utilizzato in Italia e da molti altri paesi membri dell’Unione Europea per quanto riguarda il pagamento dell’IVA. Con questo sistema, il diritto di ricevere il pagamento dell’imposta sul valore aggiunta viene trasferito dal venditore al compratore, che, quindi, è tenuto a calcolare e trasferire l’importo dovuto allo Stato. L’inversione contabile viene generalmente applicata in determinati settori, compreso quello dell’edilizia, la compravendita di rottami metallici e le transazioni intracomunitarie al fine di prevenire ulteriormente le frodi fiscali, in particolare la cosiddetta “frode carosello”. Questo processo alleggerisce la pressione sul sistema impositivo dell’IVA e riduce il rischio di evasione fiscale.
Un esempio
Nel caso in cui un’azienda italiana riceva dei servizi relativi alla costruzione da parte di un’altra società italiana nel contesto dell’Iversione contabile, l’IVA per le prestazioni ricevute ciò sarà dichiarata e versata dal cedente e non dal fornitore. Se i costi del servizio corrispondono a 10,000 euro, l’IVA deve essere quantificata allo 0.22% e somma a 2200 euro.Dopo di ciò i seguenti fatti dovranno essere suscettibili alla registrazione, cioè l’IVA a debito e l’IVA a credito. A mio parere, tale sistema può alimentare la frode fiscale in quanto l’IVA non deve essere versata al fornitore: egli avrà la possibilità di non trasferirla allo stato e, nel caso di tale inversione, l’alleggerimento da parte del cedente, quest’ultima potrebbe non rendere necessario il pagamento somma come d’uso.